Il parto e la successiva fase di svezzamento del puledro è uno dei momenti fisiologici più importanti nella vita di un cavallo. Vediamo quali sono le regole fondamentali per una corretta alimentazione del puledro.

Il primo alimento che il puledro riceve è il colostro, prodotto dalla ghiandola mammaria solo per poco tempo dopo il parto.

La fase colostrale dell’allattamento è di fondamentale importanza: il colostro infatti ha effetto lassativo e, favorendo l’espulsione del meconio, ”attiva” l’apparato digerente del neonato; inoltre è ricco di gamma globuline che forniscono al puledro una solida immunità passiva. La permeabilità della mucosa intestinale agli anticorpi, favorita dalla presenza di antitripsina nel colostro, è però di breve durata, quindi l’assunzione dello stesso deve avvenire prima possibile, entro 36 ore dalla nascita. Di norma, il puledro dovrebbe assumerne, nel corso delle prime 6 ore, circa 250 ml ogni ora, considerando che la prima poppata si ha entro 2 ore dal parto.

La curva di lattazione della cavalla

Le curve ottenute mostrano le variazioni del contenuto di proteine, grassi e lattosio nei primi 180 giorni di lattazione.

Mentre il lattosio aumenta durante il periodo di allattamento, grassi e proteine diminuiscono. Tutte e tre le componenti subiscono rapidi cambiamenti il primo mese e variazioni più graduali nei mesi successivi.

Il fabbisogno proteico- energetico della cavalla in lattazione è maggiore durante il primo e secondo mese; questi ultimi sarebbero dunque i momenti critici per l’integrazione nutrizionale della cavalla.

La fase pre-svezzamento

Fermo restando che la composizione del latte risente direttamente di quella della dieta della fattrice, è ormai assodato che esso è in grado di soddisfare completamente i fabbisogni nutrizionali del puledro solamente nei primi due mesi di vita, impoverendosi poi sia come qualità che quantità.

Considerando che il puledro, già all’età di 7-15 giorni comincia ad assaggiare il cibo della madre, probabilmente solo per imitazione, si dovrebbe sfruttare questo comportamento e fornire ai puledri, prima ancora dello svezzamento, una piccola quota di alimento solido, (creep feed) con la duplice funzione di coprire le carenze del latte  delle fattrici e di preparare l’apparato digerente del puledro all’alimentazione da adulto, riducendo così lo stress da svezzamento.

Quali alimenti usare e in che quantità?

Il mangime può essere lo stesso della fattrice, la quale ha anche essa in questa fase elevate necessità nutrizionali, soprattutto in termini di qualità. Questo alimento deve essere formulato in modo da venire incontro ai fabbisogni della fattrice e del  puledro, e deve essere ricco di minerali, vitamine e aminoacidi essenziali.

E’ stato dimostrato che i soggetti che ricevono dal secondo mese di vita alimentazione solida (creep feed) sopportano meglio l’allontanamento dalla madre, conservano migliori condizioni generali e  perdono meno peso nella fase dello svezzamento rispetto a quelli che ricevono solo alimentazione lattea.

Tale concentrato deve essere molto appetibile, per incoraggiare l’assunzione da parte del puledro, ma proprio perché tale, non può essere lasciato a disposizione a volontà: in questo modo si rischierebbe di indurre l’obesità nel soggetto e sarebbe comunque elevato il pericolo di gravi turbe metaboliche, come l’acidosi.

Le quantità da somministrare al puledro sono esigue: si comincia con 300 – 500 grammi al giorno per aumentare molto gradualmente. Magari avere a disposizione una mangiatoia per piccoli soggetti, così da evitare che la fattrice lo mangi, sarebbe la situazione più consona. L’ideale sarebbe di arrivare al momento dello svezzamento (5 – 7 mesi di età) quando il soggetto è in grado di assumere almeno 2,5- 3 kg di concentrato al giorno.

Il mangime adatto per i puledri

Un esempio di alimento dalle corrette caratteristiche chimico-centesimali potrebbe essere PULEDRI della linea Premium Horse, un mangime completo e bilanciato per cavalli in accrescimento, che assicura una continuità nutrizionale iniziata in fase di gestazione che porterà il soggetto a svilupparsi in modo equilibrato con una corretta struttura ossea e muscolare.

Il corretto bilanciamento di proteine, grassi e carboidrati

Anche il consumo precoce di piccole quantità di foraggio è utile, in quanto permette un corretto e graduale sviluppo dell’apparato gastroenterico.

Assicurare al puledro in accrescimento il giusto tenore di proteine è fondamentale, perché queste intervengono direttamente nella sintesi di nuovi tessuti. E’ sbagliato però pensare che fornire un eccesso proteico possa favorire e accelerare la crescita: se non viene curata la qualità delle proteine fornite, si rischia di avere una crescita stentata.

Senza un sufficiente apporto di lisina, l’organismo non è in grado di sfruttare nemmeno gli altri aminoacidi forniti e tutto il metabolismo, non solo proteico, ne risente.

La lisina è un aminoacido essenziale che si trova soprattutto nelle fave e nella soia.

Il fabbisogno di proteina è in stretta relazione con quello energetico: se si fornisce un eccesso proteico senza un adeguato apporto energetico si compromette la crescita del soggetto.

La quota energetica della razione viene fornita soprattutto da carboidrati e grassi, che si trovano nei cereali. La concentrazione energetica condiziona l’assunzione di alimento, infatti tutti gli animali ingeriscono cibo fino a soddisfare il loro fabbisogno energetico. Per questo è importante bilanciare accuratamente una razione: se questa ha un basso tenore energetico, ne verrà assunta una quantità maggiore e si verrà a creare un eccesso di proteine, minerali e vitamine; al contrario, se il tenore energetico è alto viene ingerito meno alimento, con conseguente carenza relativa di altri nutrienti.

Gli errori da evitare e alcuni accorgimenti utili

Nei primi mesi di vita è bene evitare di fornire ai puledri un eccesso di energia. Essa infatti favorisce l’obesità, promovendo un aumento della massa grassa a scapito della massa magra e il peso così accumulato va a gravare su un apparato muscolo-scheletrico ancora immaturo, favorendo la comparsa di lesioni sia ossee che cartilaginee. Razioni ricche di amidi possono influenzare la concentrazione plasmatica di insulina e ridurre così la sintesi di sostanze indispensabili alla costruzione dello scheletro del puledro.

Al contrario degli zuccheri e amidi, i lipidi non hanno questi effetti e richiedono una digestione più laboriosa, rallentando la digestione della razione e sono quindi fonti energetiche particolarmente interessanti per i cavalli.

La precocità è spesso richiesta nel mondo del cavallo sportivo, ma per conseguirla è necessario creare le condizioni ambientali migliori e soprattutto promuovere una crescita più possibile armoniosa. Non tutti i tessuti si sviluppano contemporaneamente: per primo si sviluppa il sistema nervoso, poi l’apparato scheletrico, quello muscolare e infine si ha il deposito dei grassi di riserva.

Uno dei mezzi più corretti per controllare l’accrescimento è probabilmente il controllo del peso vivo, soprattutto nei puledri di età inferiore ai 18-24 mesì.

Infine, ma non per ultimo, dobbiamo sottolineare l’importanza della corretta nutrizione dei giovani soggetti nella prevenzione delle Malattie Ortopediche dello Sviluppo (MOS). Sappiamo per questo che esistono tre momenti fisiologici della vita di un cavallo dove porre maggiore attenzione, ed uno di questi è proprio dalla nascita allo svezzamento. Sul tema delle MOS, data l’importanza dell’argomento, tratteremo un articolo dedicato.

Clarita Cavallucci

Medico Veterinario PhD

Centro di Studio del Cavallo Sportivo, Università degli studi di Perugia