La sindrome metabolica con insulino resistenza è una patologia caratteristica del cavallo generalmente anziano od obeso.
Nelle fasi precoci della malattia si rileva semplicemente un eccesso di produzione di insulina da parte del pancreas.
La gestione di questi soggetti comprende un corretto management gestionale ed alimentare.

Cosa è

La sindrome metabolica con insulino resistenza è una patologia caratteristica non solo  del cavallo  ma anche dell’uomo, generalmente anziano od obeso, ed è causata da un’alimentazione ricca  di nutrienti protratta nel tempo.  Inoltre si verifca uno stato di insulino-resistenza ed obesità dovuta ad una generale minor risposta dei recettori dell’insulina a livello cellulare e conseguente disordine che coinvolge il metabolismo energetico dei carboidrati e dei lipidi. Appare spesso, ma non sempre, associata alla Sindrome di Cushing o nel soggetto anche giovane in sovrappeso, dove la maggior tolleranza dei recettori cellulari dell’insulina è un effetto secondario della cronica iperglicemia associata a sovraccarico energetico in assenza di regolare attività fisica.

I cavalli affetti da questa sindrome hanno più spesso età compresa tra i 5 ed i 15 anni (quelli colpiti dal Cushing sono generalmente più anziani), e sono spesso i pony, ma attualmente molti cavalli scuderizzati sono a rischio o vengono colpiti dalla sindrome metabolica a causa della sovralimentazione e del poco o nullo esercizio fsico a cui vengono sottoposti. Esiste una certa predisposizione genetica in alcuni cavalli,  nei pony,  negli Arabi e nelle cosiddette razze “pesanti”, metabolicamente meno strutturate per sopportare l’eccesso energetico in assenza di lavoro muscolare. Oltre ad alcune razze di cavalli che sono più predisposte alla sindrome metabolica equina,  ci sono soprattutto i cavalli considerati easy keeper  che tendono a soffrire di questa malattia. Questi sono animali che sembrano assumere peso qualunque cosa mangino; per loro non è sufficiente la dieta per perdere peso a un ritmo normale. A questi cavalli costa molto di più perdere chili e ne prendono più velocemente di un cavallo normale.

Come si manifesta

Nelle fasi precoci della malattia si rileva semplicemente un eccesso di produzione di insulina da parte del pancreas. Comunque la glicemia risulta regolata, con differenze tra i livelli di glucosio nel sangue prima e dopo l’esercizio o prima e dopo il pasto. Nelle fasi avanzate della malattia invece, quando cioè il pancreas non riesce più a far fronte alle aumentate richieste di insulina necessarie per il corretto utilizzo del glucosio come fonte energetica della cellula (i recettori non rispondono più  a questo ormone),  si ha la progressiva incapacità di controllo della glicemia con comparsa della sintomatologia clinica:

– laminite, favorita anche dal sovrappeso;

– obesità generale od adiposità localizzate (collo, spalla e coda);

– elevato body condition score con presenza di depositi di grasso in specifiche regioni del corpo.  L’adiposità localizzata al collo è un indice importante, da resistenza all’insulina e da predisposizione a laminite o da laminite conclamata;

– poliuria e polidipsia causate dalla elevata glicemia;

– scarsa tolleranza allo sforzo muscolare (le fibre muscolari tendono a produrre molto acido lattico in presenza di eccesso di glucosio come fonte energetica) ;

–  fertilità ridotta e disturbi del ciclo sessuale;

– coliche ricorrenti da anomale fermentazioni.

Nel soggetto anziano possiamo avere anche la concomitante presenza della Sindrome di Cushing con alti livelli di cortisolo circolante, che contribuisce ad aggravare la situazione metabolica, con un quadro complesso dove le manifestazioni cliniche dell’una e dell’altra sindrome tendono ad intrecciarsi. Per escludere questa patologia  è quindi bene fare  un dosaggio plasmatico dell’ormone Adrenocorticotropo (ACTH), per poi impostare la corretta terapia farmacologica se necessario.

Cosa fare

La gestione di questi soggetti comprende un corretto management gestionale ed alimentare.

Fondamentale è la limitazione dei concentrati a base di cereali e cercare di prediligere  un  foraggio povero  di Carboidrati Non Strutturali e di proteina e  aumentare l’esercizio fisico. E’ molto utile attuare un piano di lavoro leggero ma costante;  mentre dal punto di vista alimentare si diminuiranno oppure si eviteranno i cereali in favore di alimenti ricchi di fibre digeribili e dotati di giuste quantità di grassi. Corretti apporti vitaminici e minerali sono a loro volta molto utili per cercare di riattivare i corretti processi metabolici.

E’ fondamentale avere un rapporto costante con il proprio medico veterinario, aggiornandolo sulla situazione del soggetto.

Importante agire sulla alimentazione

Sono disponibili mangimi a basso indice glicemico ( PH SPRINT) ed inoltre per il foraggio,  in alternativa, si può tenere in ammollo  almeno per 30 minuti,  al fine di  solubilizzare i carboidrati e ridurne il valore nutrizionale. Inoltre si consiglia  di seguire le indicazioni del vostro medico veterinario di fiducia e quindi di effettualre un attento controllo del rapporto insulina/glicemia in modo da adeguare la dieta e le modificazioni gestionali alla perdita di peso o al mantenimento di una condizione corporea corretta del paziente senza innescare problemi  da eccessiva restrizione calorica.

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CONSIGLIA

PH Sprint è appositamente studiato anche per soggetti che hanno queste problematiche

Importante

Identificare i disordini metabolici nei cavalli è molto importante, poiché influenzano la loro vitalità e inoltre, possono complicare altre condizioni preesistenti e rallentare la guarigione delle lesioni.

I successi nella gestione di questi soggetti possono esserci solo se l’applicazione dei protocolli di lavoro e dietetici sono rigorosi e costanti. Necessita sempre molto tempo per vedere dei progressi. Quando  la dieta e l’esercizio fisico non sono sufficienti, il medico veterinario può prescrivere dei farmaci. Questi varieranno man mano che il cavallo perde peso, sempre sotto una rigorosa guida veterinaria.

Quando si tratta di disturbi metabolici dei cavalli, bisogna conoscere bene quali sono i sintomi, in quanto non vanno confusi con quelli che presentano altri problemi di salute.

Clarita Cavallucci

Medico Veterinario PhD

Centro di Studio del Cavallo Sportivo, Università degli studi di Perugia