Sul nostro territorio si possono incontrare piante pericolose per i cavalli che è importante saper riconoscere per evitarle. In natura il cavallo sa identificare le piante a lui nocive ed evita di mangiarle, ma un soggetto che rimane a lungo in box, appena viene portato al paddock, potrebbe non prestare attenzione. Il cavallo impara a selezionare l’erba grazie all’olfatto e alle vibrisse, ovvero quei peli che sono più spessi e più duri situati sul muso, intorno alle narici e alla bocca dell’animale. Le vibrisse sono dei ricettori tattili collegati al sistema nervoso: un organo d’informazione fondamentale anche per la scelta dell’erba e delle piante da mangiare.
Dove si trovano le piante tossiche
Le piante tossiche si trovano comunemente nella maggior parte dei prati stabili e dei pascoli.
Queste piante possono essere autoctone ed invadere il territorio dopo eccessivo sfruttamento pascolativo o a causa di problematiche del terreno o per altri motivi. Spesso è l’uomo a offrire senza volerlo essenze pericolose per la presenza di tossine attraverso fieni contaminati, o mettendo a disposizione rami e potature di alcuni alberi o arbusti. Molte piante velenose sono degne di attenzione e tutte dovrebbero essere ben conosciute ed allontanate dalle zone frequentate dai cavalli.
Un’altra causa molto trascurata di avvelenamento è il far pascolare il cavallo su prati appena trattati con erbicidi, prima che le erbe infestanti siano morte e scomparse.
Quali sono
Le piante tossiche per il cavallo possono essere molte, ma naturalmente la tossicità dipende innanzi tutto dalla quantità ingerita. Le piante che più comunemente possiamo incontrare sono: la Felce, il Tasso, il Maggiociondolo, l’Oleandro, lo Stramonio, il Senecione di San Giacomo, il Ranuncolo, l’Acero rosso e la Cicuta.
Imparando a riconoscere quali sono le più comuni, facendo attenzione anche al periodo dell’anno in cui queste sono più appetibili o più tossiche, possiamo evitare problemi al nostro cavallo.
Andando alla Felce, possiamo dire che i cavalli possono intossicarsi se consumano una dieta che contenga almeno il 25% di felci e per un periodo di diverse settimane. I segni clinici sono dati da disturbi neurologici dovuti alla carenza di vitamina B1.
L’ingestione di foglie di tasso è molto pericolosa, mentre non lo sono le bacche. . Nel tasso sono velenose foglie, rami e corteccia. La dose letale può essere anche molto piccola. Il veleno ha effetto paralizzante e il cavallo muore in poco tempo per arresto cardiaco. I primi sintomi sono mancanza di coordinamento, difficoltà respiratorie e convulsioni.
(Felce e Tasso)
In merito al Maggiociondolo, va detto che tutta la pianta è tossica, in particolare i semi, e può provocare gravi avvelenamenti anche con esiti mortali. I sintomi sono convulsioni e difficoltà respiratorie.
In alcune zone d’Italia l’oleandro viene chiamata “ammazza cavallo” o “ammazza asino”, poiché solamente 30-40 foglie possono causare morte nel cavallo. Gli effetti si producono dopo alcune ore dall’ingestione e comprendono colica, difficoltà respiratorie, tremori, decubito, polso irregolare; l’esito è spesso letale.
(Maggiociondolo e Oleandro)
Senecione di San Giacomo o erba di San Giacomo
Alcuni cavalli possono presentare problemi ma solo dopo avere assunto una dose di almeno 25 kg di questa erba nel corso del tempo. I segni di avvelenamento non appaiono se non quando ci sono già danni epatici e comprendono fotosensibilizzazione, perdita di peso, depressione, incoordinazione, ittero.
Invece in merito allo Stramonio, questa pianta contiene alcaloidi molto pericolosi che sono la scopolamina e la atropina, alcaloidi allucinogeni, che se assunti in eccesso possono dare oltre a problemi di vista, anche infertilità nello stallone, e aborto nella fattrice; inoltre possono causare paralisi muscolare e respiratoria.
(Erba di S. Giacomo e Stramonio)
Ranuncolo, diffusa soprattutto nelle zone umide e si distingue per i fiori gialli. È una delle erbe tossiche per cavalli più diffuse, anche se una delle meno pericolose. È molto amara quando è fresca, quindi l’ingestione da parte del cavallo è principalmente accidentale.
Contiene una sostanza fortemente irritante sia per contatto che per ingestione. Perde le sua tossicità quando essiccata, quindi non ci sono pericoli nel caso fosse presente nel fieno.
L’acero rosso è pericoloso quando le foglie sono secche. E’ una pianta decorativa quindi la si può incontrare nei giardini.
(Ranuncoli e Acero Rosso)
Cicuta: meno di 500 grammi di questa pianta possono essere fatali. Le sue tossine attaccano i neuroni, soprattutto del cervello, causando salivazione eccessiva, pupille dilatate, nervosismo e difficoltà respiratorie.
(Cicuta)
Se si sospetta che il cavallo abbia ingerito una pianta velenosa:
– spostare il cavallo dalla possibile fonte di avvelenamento;
– contattare immediatamente il veterinario;
– cercare di capire quanto della pianta tossica è stato assunto e quando
Le piante come abbiamo visto, contengono tossine e in alcuni casi anche piccole quantità possono essere fatali anche in brevi periodi di tempo. Fortunatamente nella maggior parte dei casi le tossine devono essere assunte in quantità maggiori e per lunghi periodi, fino a settimane o mesi.
Integratori a base di elettroliti da aggiungere al mangime
Favoriscono il ristabilirsi di una condizione di normalità poiché il cavallo è anche incentivato a bere di più ed inoltre gli elettroliti impediscono che i fluidi immessi vengano dispersi facilmente. Il ristabilirsi dell’equilibrio elettrolitico favorisce il ritorno alla buona funzionalità muscolare.
Inoltre gli elettroliti possono essere molto utili anche a seguito di episodi di diarrea che comportano ingenti perdite di liquidi. Possono infatti essere utilizzati anche nei puledri oltre che nei soggetti adulti. Particolarmente importante è anche la somministrazione alle fattrici in lattazione che, perdono molti liquidi ed elettroliti con il latte e dunque, soprattutto in estate, vanno aiutate lasciando a disposizione sempre abbondante acqua fresca ed aggiungendo elettroliti nel mangime.
E’ consigliabile la somministrazione costante e graduale ed utilizzare possibilmente elettroliti da mettere nella razione del mangime e non nell’acqua perché ne alterano il sapore e il cavallo quindi non beve. Infine, indipendentemente dalla stagione, i cavalli che fanno sport sudano e quindi hanno sempre necessità di elettroliti.
Ricordare che la valutazione del Benessere di un animale è di pertinenza Medico Veterinaria.
Clarita Cavallucci
Medico Veterinario PhD
Centro di Studio del Cavallo Sportivo, Università degli studi di Perugia