La rabdomiolisi da sforzo o tying-up o mal del lunedì, è una patologia che comporta  seri problemi   di invalidità nel cavallo. Gli animali colpiti mostrano andatura rigida, crampi muscolari, dolore e riluttanza a muoversi durante o dopo un esercizio lieve o moderato; tuttavia, la malattia si può osservare anche dopo uno sforzo  prolungato come nelle gare di endurance ma anche dopo un lungo trasposrto oppure una  anestesia. La diagnosi della rabdomiolisi si basa di solito sui segni clinici e sull’aumento delle attività sieriche degli enzimi muscolari come la creatinachinasi (CK), la latticodeidrogenasi (LDH) e l’aspartato-aminotransferasi (AST).  I sintomi possono essere lievi e manifestarsi con una riluttanza al movimento e una generale rigidità muscolare. Possono però manifestarsi anche in modo molto grave con intensa sudorazione, dolore, urina scura, disidratazione e shock. E’ sempre fondamentale contattare immediatamente il proprio veterinario di fiducia e non muovere il cavallo.

Cosa accade

Nelle cellule del tessuto muscolare viene stoccata la maggior parte del Glicogeno, sostanza che deriva dai carboidrati e che funge da riserva di energia per la contrazione muscolare. Quando il cavallo è a riposo deposita glicogeno nei muscoli per utilizzarlo durante i lavoro, soprattutto in fase anaerobica, quando il sangue non riesce più a portare abbastanza ossigeno al muscolo, la fonte di energia è esclusivamente il glicogeno muscolare. Uno sforzo eccessivo può portare alla rottura delle cellule della muscolatura; questo fa sì che il loro contenuto, mioglobina e radicali liberi, si riversi nel flusso sanguigno provocando affaticamento a carico dei reni.
Nel muscolo si produce Acido Lattico in quantità massiccia. L’acido lattico viene però rapidamente smaltito, ma si ha una fatica muscolare o addirittura un blocco della contrazione del muscolo a causa del dolore provocato dai danni muscolari. La causa principale di questa sindrome è data da un insufficiente afflusso di sangue ai muscoli e, di conseguenza, dalla scarsa ossigenazione, scaturiti da un allenamento mal programmato o da una dieta non adatta a supportare l’attività agonistica

Eziologia

Le cause più comuni sono dettate da sforzi eccessivi e dalla componente genetica, che rende alcune razze equine più predisposte di altre come i quarter horse, l’american paint horse, l’appaloosa, i cavalli da tiro e nei loro incroci. L’età degli animali colpiti dalla miopatia da accumulo di polisaccaridi varia fra gli 8 mesi e i 19 anni, con le femmine più rappresentate dei maschi. A differenza di quanto avviene in un gran numero di cavalli da corsa colpiti dalla rabdomiolisi da sforzo, i soggetti con miopatia da accumulo di polisaccaridi mostrano spesso un comportamento calmo. I primi episodi si possono osservare inizialmente in animali di 2-4 anni di età che hanno appena incominciato l’allenamento, ma possono essere colpiti anche puledri allo svezzamento alimentati con diete ricche di cereali. Altri fattori sono il rapporto tra lo stato di allenamento del cavallo e il carico di lavoro, come una dieta caratterizzata da una eccessiva assunzione di carboidrati e scarsità di proteine, così come la carenza di Vitamina E e Selenio. La frequenza degli episodi può variare ampiamente da una o due volte all’anno ad ogni sessione di lavoro. Nella forma più lieve, i cavalli presentano addome retratto, fascicolazioni della regione del fianco. Se l’attività fisica continua, il cavallo suda copiosamente, mostra un’asimmetria del l’andatura degli arti anteriori o posteriori, una rigidità di quelli posteriori ed una certa riluttanza a muoversi. L’intolleranza all’esercizio alle massime velocità ed il rifiuto dell’attività fisica possono essere i principali problemi lamentati dai proprietari dei cavalli con miopatia da accumulo di polisaccaridi.
Nei casi più lievi il recupero fisico di un cavallo colpito da Rabdomiolisi richiede tempo ma è completo. Nei casi più gravi, in cui il danno muscolare può tradursi in una fibrosi, la perdita della funzionalità muscolare impedisce all’animale di tornare alla precedente condizione fisica.
È fondamentale giocare d’anticipo e prevenire l’insorgenza di questa sindrome con un programma di allenamento graduale, che permetta la crescita dei capillari a livello dei muscoli, un conseguente miglioramento dell’ossigenazione di questi tessuti e, come per ogni atleta, agire sulla dieta.

Diagnosi

La diagnosi definitiva della miopatia da accumulo di polisaccaridi può darla solo il vostro veterinario di fiducia basandosi su una serie di esami e valutazioni che ritiene di dover eseguire. Ad esempio la biopsia muscolare che è indicata nei cavalli con ripetuti episodi di rabdomiolisi che non rispondono alle terapie standard come il riposo, la modificazione del programma di allenamento e l’integrazione della dieta con elettroliti, vitamina E e selenio.

Gli esami biochimici sono oltremodo essenziali come le prove di lavoro.  I cavalli colpiti gravemente possono presentare aumenti persistenti dei livelli sierici dell’enzima CK anche dopo settimane di riposo in box

PremiumHorse

CONSIGLIA

Prevenzione e importanza dell’alimentazione

Spesso, modificando la dieta ed il regime di allenamento si riesce a prevenire la comparsa di episodi di rabdomiolisi. Lo scopo di questo trattamento è quello di apportare la minor quantità possibile di calorie sotto forma di glucosio di derivazione ematica ed evitare l’eccessivo accumulo di glicogeno aumentando l’utilizzazione del glucosio e del glicogeno attraverso l’esercizio quotidiano. Allo scopo, è necessario instaurare una regolare routine, aumentando gradualmente l’attività fisica giornaliera ed offrendo agli animali una dieta povera di carboidrati solubili e ricca di grassi.  Nei cavalli con miopatia da accumulo di polisaccaridi può essere utile far uscire il cavallo tutti i giorni e ridurre al minimo il riposo in box. Qualsiasi variazione di intensità o di durata dell’esercizio deve essere sempre graduale.  La base dell’alimentazione di questi animali dovrebbe  essere formata da un fieno di graminacee di buona qualità o un fieno polifita, graminacee e Leguminose 50:50,  in associazione con un’integrazione bilanciata di vitamine, minerali ed elettroliti. Importante è l’aggiunta di grassi. La crusca di riso risulta ben appetita dalla maggior parte dei cavalli come pure l’olio di mais è un’altra fonte alternativa di lipidi. Le modificazioni della dieta, da sole e non associate ad una variazione dell’allenamento, spesso non sono sufficienti a prevenire la rabdomiolisi.

La scelta del mangime

La scelta del mangime diventa quindi essenziale: come per tutti gli alimenti destinati alla nutrizione di sportivi, deve contenere proteine nobili ricche di amminoacidi essenziali. Gli amminoacidi sono le unità che costituiscono le proteine e hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo della massa muscolare. Per di più, aiutano la formazione di capillari e il ricambio, nonché la generazione, di globuli rossi, permettendo così una migliore ossigenazione dell’apparato muscolo-scheletrico. Deve inoltre contenere acidi grassi polinsaturi come fonte energetica alternativa ai carboidrati, come può essere la presenza di semi di lino. Fondamentali sono inoltre importanti antiossidanti come Vitamina E e Selenio, per difendere l’organismo dai danni derivati dallo stress ossidativo.

PremiumHorse

CONSIGLIA

Un Mangime Complementare per cavalli studiato per ottimizzare le prestazioni ed evitare problemi metabolici di eccessivo accumulo di acido lattico a livello muscolare.

Ricorda

Il benessere del tuo cavallo è di competenza del medico veterinario.

Clarita Cavallucci

Medico Veterinario PhD

Centro di Studio del Cavallo Sportivo, Università degli studi di Perugia