Sempre più spesso si assiste alla comparsa di gastrite e anche di ulcere nei cavalli. Le cause scatenanti sono dovute alla perdita dell’ equilibrato funzionamento di questo organo e vanno ricondotte a diversi fattori, tra cui soprattutto la gestione.

Lo stomaco del cavallo

Lo stomaco del cavallo è come un sacchetto la cui superficie interna è divisa in due settori, un settore detto ghiandolare, con funzione secernente e un settore privo di ghiandole. Per il corretto funzionamento dello stomaco, esiste un equilibrio tra fattori protettivi e fattori aggressivi che garantiscono l’integrità anatomica e funzionale dell’apparato digerente. Tra i fattori protettivi troviamo il muco, presente sulle pareti, il bicarbonato di sodio e l’azione delle prostaglandine, sostanze che aiutano la produzione di muco e bicarbonato, responsabili dell’azione protettiva delle pareti gastriche. Tra i fattori aggressivi, abbiamo l’acido cloridrico, la pepsina, la bile, la gastrina e l’istamina, elementi lesivi per la mucosa e la cui prevalenza scatena la sindrome dell’ulcera gastrica (EGUS da equine gastric ulcer sindrome). Le cause dell’ulcera sono molteplici e la patologia può colpire aree anatomiche differenti all’interno del tubo digerente.

Le cause scatenanti della gastrite nel cavallo

Tra le cause scatenanti della gastrite e dell’ulcera della mucosa ghiandolare, abbiamo in primo luogo i fattori stressanti che anche nei giovani puledri nel primo anno di vita, sono un fattore fondamentale. Altre cause sono l’uso prolungato di antinfiammatori senza il supporto di gastroprotettori, così come alcune tossine alimentari presenti nei foraggi, nelle lettiere in paglia e nei mangimi mal conservati, che possono passare anche nel latte materno determinando un effetto irritante sulla mucosa gastrica del neonato. Nei soggetti adulti a provocare alterazioni alla parte non ghiandolare dello stomaco, incidono numerose concause come l’alimentazione scorretta, con pasti poco frequenti e il digiuno prolungato, l’eccesso di amidi e zuccheri (alimenti con elevate percentuali di Carboidrati Non strutturali), la carenza di fibra, e l’allenamento troppo intenso che crea uno stato di stress per il cavallo oltre che un’eccessiva contrattura dei muscoli addominali che comprimono lo stomaco rendendolo più attaccabile dagli acidi.

In merito all’utilizzo dei farmaci, è stato osservato, che quelli più fortemente ulcerogeni sono i FANS, quali l’acido acetilsalicilico, il fenilbutazone e in secondo luogo i corticosteroidi. Un loro uso prolungato può causare effetti devastanti nell’apparato digerente del cavallo. I FANS alterano la permeabilità della barriera della mucosa, predisponendola agli insulti dannosi per la sua integrità. L’inibizione della sintesi delle prostaglandine induce, contemporaneamente, l’attivazione di lipossigenasi e un’aumentata sintesi di leucotrieni, i quali causano infiammazione ed ischemia tissutale.

La conferma che lo stress sia un fattore che può scatenare tutto il complesso meccanismo che sta alla base dell’ulcera gastrica, è orami dimostrato da numerosi ricercatori. Durante l’esercizio fisico il flusso ematico a livello degli organi addominali, si riduce, in misura maggiore a livello antrale nello stomaco, per favorire un maggior apporto di sangue ai muscoli, al cuore e al cervello.
La produzione di acido cloridrico è probabilmente l’agente aggressivo predominante; sono sufficienti 30 minuti di esposizione all’acido gastrico per avere lesioni nella mucosa squamosa.
Anche il trasporto è un altro fattore stressante che predispone allo sviluppo di sindromi gastriche, probabilmente anche in relazione al digiuno, sia di cibo che di acqua. Anche il temperamento del soggetto può essere considerato come un fattore di rischio, in quanto da questo può dipendere la predisposizione allo stress. Cavalli nevrili ed ansiosi sono molto più suscettibili agli episodi stressanti.

La corretta gestione alimentare

La gestione della razione è uno dei fattori di rischio più importanti. Poiché la produzione di acido cloridrico da parte della mucosa ghiandolare degli equidi è continua nell’arco delle 24 h, è necessario che il soggetto abbia a disposizione alimento, in modo da poter tamponare con la saliva e l’alimento stesso, la produzione acida.
I cavalli non dovrebbero mai restare a digiuno prolungato poiché questo porta ad aumento dell’acidità gastrica con riduzione e potenziale sviluppo di ulcere. Anche la mancata assunzione di acqua fa aumentare la probabilità di sviluppare ulcere gastriche 2,5 volte in più rispetto ai soggetti con costante accesso. I foraggi sono considerati capaci di ridurre il rischio di ulcere gastriche. Concentrati ricchi di amido e carboidrati non strutturali, portano alla produzione di acidi grassi volatili e acido lattico che, se presenti in eccesso e in presenza di un pH basso, agiscono sulla mucosa gastrica, alterandone la permeabilità. E’ molto importante che la razione sia bilanciata correttamente con la presenza di una giusta dose di proteine, che svolgono un’attività tampone, come pure è molto utile la presenza di lipidi. L’utilizzo di erba medica insieme ai foraggi di graminacee, può avere una azione protettiva dovuta all’alto contenuto in proteine e calcio che hanno azione tampone. È molto importante curare la somministrazione temporale dei pasti, infatti, bisogna ricordare che in natura il cavallo pascola e bruca almeno diciannove ore al giorno e il suo stomaco è strutturato per un lavoro continuo, mentre in box il cavallo mangia a orari fissi, due, al massimo tre volte al giorno, lasciando spesso lo stomaco vuoto che produce in eccesso acidi ed agenti aggressivi.

Un campanello di allarme

Se notiamo nervosismo con reazioni anomale durante l’allacciamento del sottosella oppure si nota che il soggetto raspa spesso nel box, il pelo diventa ruvido ed opaco e il cavallo mostra poca attitudine al lavoro o si ha una pesante perdita di peso corporeo, dobbiamo necessariamente effettuare delle indagini mediche appropriate. Nei puledri si può avere dissenteria e il digrignare continuo dei denti (bruxismo), con una intensa salivazione. Anche la presenza di coliche intermittenti, deve destare sospetti e dobbiamo rivolgerci immediatamente al nostro medico veterinario.
L’indagine diagnostica per eccellenza è la gastroscopia, che permette di identificare le lesioni, di definire un indice di gravità e formulare una prognosi di recupero.

Prevenzione e terapie

Scopo principale della terapia è ristabilire l’equilibrio riducendo l’acidità gastrica con l’ausilio di più farmaci. La terapia spesso si prolunga nel tempo (fino a 4 settimane) e deve essere associata al riposo riducendo gli stimoli che provocano stress. I farmaci più utilizzati sono raggruppati in alcune categorie, quali: gli antisecretori che bloccano la produzione di acido cloridrico, come la ranitidina e che richiedono più somministrazioni al giorno; gli inibitori della pompa protonica, come l’omeprazolo, che si può somministrare una volta al giorno; le prostaglandine che aiutano la produzione di muco e bicarbonato. In caso di ulcera ghiandolare, si associano gastroprotettori come il sucralfato e l’idrossido di magnesio o alluminio.
I farmaci devono essere però accompagnati da una corretta alimentazione, un aumento della frequenza dei pasti e riposo.
Anche la fitoterapia con l’utilizzo di piante intere, parti di esse o sostanze estratte, possono essere d’aiuto nella prevenzione e trattamento di infezioni, patologie o nel migliorare la salute generale. La Glycyrrhiza spp. è la pianta medicinale più utilizzata, sin dal passato, nel trattamento delle ulcere peptiche nell’uomo. È una pianta erbacea della quale vengono utilizzate radici e rizomi. Contiene diverse sostanze attive, tra le quali le saponine come la glicirrizina che ha un attività antiulcerogena e i flavonoidi. Questi, inoltre, hanno proprietà antiossidanti e possono essere utilizzati nella protezione della mucosa gastrica contro i radicali liberi.

Consigli su come prevenire la gastrite

Data la multifattorialità della patologia si possono eseguire diversi accorgimenti in modo tale da abbassare il rischio di incidenza:

  • Non sottoporre il cavallo ad allenamenti eccessivi
  • aumentare la frequenza dei pasti razionando in più somministrazioni la stessa quantità di cibo quotidiano o preferire il paddock al box
  • Associare sempre un gastroprotettore qualora sia necessario l’uso di antinfiammatori (consigliamo PHYTO GASTR)

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Clarita Cavallucci

Medico Veterinario PhD

Centro di Studio del Cavallo Sportivo, Università degli studi di Perugia