L’emorragia polmonare da sforzo è un problema che può riguardare tutte le razze di cavalli in varie specialità sportive ma in maniera particolare soprattutto i Purosangue, Trottatori e Quarter durante gare intense e di breve durata. Diversi fattori influenzano la prevalenza dell’EIPH: tipo di gara e distanza percorsa, età, sesso, fattori relativi alla corsa. Non è ancora certo se esista una correlazione tra emorragia polmonare e calo delle performance, soprattutto perché negli ultimi anni diversi Ricercatori hanno proposto l’ipotesi che l’EIPH sia una risposta fisiologica all’attività fisica di un certo grado, e che probabilmente tutti i cavalli impegnati in qualche tipo di sforzo intenso mostrino segni di emorragia polmonare.
Come si manifesta
I rilievi clinici associati all’EIPH sono spesso vaghi e generalmente in rapporto più col successo dell’atleta che con specifici segni clinici. In passato, l’emorragia polmonare da sforzo veniva diagnosticata solo in presenza di sanguinamento dal naso (epistassi). Oggi, invece, l’avvento dell’endoscopio flessibile ha permesso di rendere la diagnosi più sensibile ed accurata, identificando un numero elevato di animali che ne soffrono e rivelando che l’epistassi si manifesta solo in una piccola percentuale di casi.
L’emorragia polmonare da sforzo può portare a bronchiolite, malattie infiammatorie croniche delle vie aeree di piccolo calibro. L’EIPH deriva dalla rottura dei capillari polmonari indeboliti da patologie infiammatorie, in associazione alle elevate pressioni sanguigne e capillari che si creano durante l’esercizio fisico. Ulteriori cause includono ostruzioni delle vie aeree superiori, patologie delle vie aeree di piccolo calibro, ridistribuzione del flusso sanguigno durante lo sforzo, alterazioni della viscosità del sangue, ma anche traumi meccanici causati dalle onde pressorie che si propagano attraverso il corpo e sono dovute alla percussione degli zoccoli sul terreno
Prevenzione e trattamento
Le linee guida per la prevenzione e il trattamento dell’emorragia polmonare da sforzo prevedono di ridurre l’esposizione a e/o la durata di qualsiasi patologia polmonare diminuendo l’esposizione ambientale ad agenti ipersensibilizzanti. Quando prescritto dal medico veterinario utilizzare terapie con farmaci antinfiammatori e se presenti, correggere qualsiasi ostruzione delle vie aeree (come l’emiplagia laringea, la dislocazione del palato molle) rimuovendo anche ogni resistenza eccessiva al flusso aereo respiratorio (usando strisce nasali, farmaci anticolinergici, aerosol di vapore acqueo).
Tra i consigli di gestione e prevenzione possiamo agire anche sull’ambiente e sulle azioni quotidiane che operiamo senza utilizzare sostanze farmacologiche. Si può agire cercando di effettuare dei cambiamenti volti a mitigare le manifestazioni cliniche oppure effettuare strategie di prevenzione incentrate sul controllo di fattori ambientali.
La riduzione dell’esposizione alle polveri sospese nell’aria può migliorare i segni clinici come la tosse. E’ fondamentale utilizzare
mangimi e lettiere “a basso contenuto di polvere” e di conseguenza aumentare l’eliminazione di particelle sospese nell’aria e altri irritanti, migliorando la ventilazione nell’ambiente. Le lettiere in carta sono per questo molto indicate perché sviluppano una concentrazione di polvere a livelli trascurabili. Molta attenzione va inoltre posta al fieno che va eventualmente bagnato riducendo così l’esposizione alla polvere respirabile di oltre il 60%. La ventilazione anche meccanica, quando necessaria, nelle scuderie, può aiutare a ridurre le particelle ultrafini e i microrganismi nell’aria. L’attività nelle scuderie e la ventilazione influiscono sull’esposizione alla polvere con livelli di picco che si verificano durante la mattina o mezzogiorno, soprattutto nei momenti di alimentazione e pulizia dei box. Non a caso la architettura delle scuderie è ormai effettuata con grandi aperture delle porte e un design più stabile e aperto, che indipendentemente dalla stagione, migliorano la ventilazione e riducono l’esposizione alla polvere.
Come intervenire
L’EIPH non ha un trattamento specifico; la somministrazione di diuretici è un rimedio efficace che solo il medico veterinario può decidere. Alcuni casi migliorano dopo un periodo di riposo e la sindrome è comunque strettamente legata alla intensa attività sportiva ed al profilo gestionale (lavoro e ambiente). Se il sanguinamento è minimo e si ferma abbastanza rapidamente, il cavallo non mostra segni di sofferenza e non ci sono altre evidenze di traumi, è ragionevole aspettare a chiamare il veterinario. Il cavallo va tenuto in ambiente tranquillo e alimentato a terra finché non ci sono più segni di sangue o di scolo marrone dal naso. Se tuttavia c’è un sanguinamento significativo, se è ricorrente o persistente o se ci sono evidenti segni di ferite o patologie, il veterinario va chiamato subito, per determinare la causa dell’emorragia e trattarla in modo appropriato.
Scegliere il fitocomplesso corretto
Possiamo comunque aiutare il nostro cavallo con la somministrazione di prodotti che contengono Vitamina C che agisce anche come un antiossidante molto efficace e protegge le membrane dei capillari dai danni causati dall’ossidazione. Una maggiore elasticità e una maggiore resistenza dei capillari possono aiutare un cavallo soggetto ad emorragia polmonare o da sforzo. E’ fondamentale facilitare l’eliminazione dell’acqua e dei sali dall’organismo (in particolare quelli di sodio e potassio), aumentando la produzione e l’eliminazione dell’urina.
E’ anche stato dimostrato che la vitamina K e i bioflavonoidi sono sostanze in grado di aiutare a prevenire l’emorragia a livello polmonare, agendo sia come antiemorragici che come rinforzanti delle pareti dei capillari.
PremiumHorse
Mangime Complementare per cavalli sportivi, a base di Vitamina C, Vitamina K e Bioflavonoidi.
Clarita Cavallucci
Medico Veterinario PhD
Centro di Studio del Cavallo Sportivo, Università degli studi di Perugia