L’acqua è essenziale ed insostituibile ai fini del ciclo naturale della vita dell’animale per garantire il benessere e favorire il raggiungimento delle migliori performance. Il fabbisogno idrico per lo sport è legato essenzialmente alla intensità di lavoro e quindi alla quantità di acqua persa. In questo periodo dell’anno, proprio a causa delle elevate temperature e del grado di umidità è bene somministrare ai cavalli anche gli Elettroliti. Soprattutto nei soggetti sportivi e dopo intensa sudorazione le perdite di acqua ed elettroliti non si possono prevenire, ma vanno reintegrate.
L’acqua come nutriente
L’acqua di bevanda è un “nutriente” fondamentale per l’animale, tale da non poter essere trascurato all’interno degli allevamenti.
Spesso si tende a non dare sufficiente considerazione all’acqua di abbeverata usata dagli animali domestici. Questo può rivelarsi un grave errore: la qualità e la quantità d’acqua somministrata agli animali sono direttamente correlati con le performance produttive e riproduttive degli animali allevati. L’acqua fa parte del 98% delle molecole del corpo ed è necessaria per la regolamentazione della temperatura corporea, la crescita, riproduzione, lattazione, digestione, lubrificazione di giunture e vista, avendo cosi il potere di modificare la salute dell’animale e la produzione da esso effettuati. Basti pensare che in un animale adulto essa rappresenta il 60-70 % del peso corporeo.
Il mantenimento del quantitativo di acqua necessario al corpo animale è determinato dagli apporti e dalle perdite di acqua; apporti costituiti da acqua di abbeverata e acqua contenuta negli alimenti, e perdite di acqua attraverso feci, urina, saliva, sudorazione, evaporazione dalla superficie corporea e dalle vie respiratorie e attraverso le produzioni. Diversamente dagli altri nutrienti essenziali, quali proteine, carboidrati, lipidi, minerali e vitamine, l’attenzione conferita all’approvvigionamento dell’acqua spesso non riceve una valutazione adeguata per assicurare la copertura dei fabbisogni del cavallo. Gli animali possono tollerare la mancanza di alimento per alcuni giorni senza sostanziali problemi, ma non possono fare altrettanto con l’acqua. Il loro organismo, infatti, non sopravvive alla perdita di acqua superiore al 10-15 %.
In sintesi è essenziale ed insostituibile ai fini del ciclo naturale della vita dell’animale per garantire il benessere e favorire il raggiungimento delle migliori performance.
Bilancio idrico
L’organismo animale assume l’acqua di cui necessita da tre fonti: dall’acqua di bevanda, dall’acqua di costituzione degli alimenti e da quella cosiddetta metabolica, che si origina, in varia misura, nelle reazioni di ossidazione cui sono soggetti carboidrati, proteine e grassi.
Il mantenimento del bilancio idrico è determinato dalle perdite di acqua attraverso feci, urina, saliva, sudorazione, evaporazione dalla superficie corporea e dalle vie respiratorie e attraverso la produzione di latte.
L’entità dei fabbisogni idrici degli animali è influenzata da molteplici fattori, quali:
– le caratteristiche dell’animale (età, peso, attività, stadio fisiologico, stato sanitario);
– il livello alimentare, la composizione della razione e il tipo di alimento;
– la tecnica d’allevamento e le modalità di stabulazione;
– il microclima dell’ambiente d’allevamento (temperatura, umidità, velocità dell’aria);
– le caratteristiche dell’acqua.
L’assunzione di liquidi è positivamente correlata all’ingestione di sostanza secca ed è legata quindi a tutti i fattori che condizionano quest’ultima azione. Il fabbisogno idrico è fortemente influenzato dalla composizione della razione: l’ingestione di alimenti ricchi in acqua, ad esempio il latte da parte del puledro, riduce l’assunzione volontaria di acqua di bevanda. D’altra parte, il consumo d’acqua cresce all’aumentare della concentrazione salina e proteica della razione. In particolare, l’eccesso di un elemento minerale può essere in parte eliminato dall’organismo con l’aumento della diuresi che, a sua volta, provoca un aumento del consumo d’acqua. Inoltre i fabbisogni idrici aumentano con l’innalzamento della temperatura ambientale, in quanto l’acqua rappresenta l’elemento fondamentale per la dispersione del calore; a parità di temperatura i consumi scendono con l’aumentare del grado di umidità.
Qualità dell’acqua
Anche le caratteristiche qualitative dell’acqua di bevanda (salinità totale, durezza, pH, ecc.) possono influenzare in maniera significativa l’entità del consumo ed anche la temperatura dell’acqua di bevanda influenza l’entità dei fabbisogni idrici e le produzioni.
In linea generale non si dovrebbe somministrare ai cavalli acqua con temperatura inferiore ai 15°C, mentre per gli esemplari più giovani è consigliabile una temperatura dell’acqua di circa 20-22°C. Le richieste idriche variano in funzione dello stato fisiologico degli animali. Un soggetto che sta costruendo nuovi tessuti e sta aumentando di peso richiede maggiori quantità di acqua di uno in dimagrimento; lo stato di gravidanza comporta un maggiore fabbisogno idrico (aumento di peso della madre e del feto).
Il fabbisogno idrico per lo sport è legato essenzialmente alla intensità di lavoro e quindi alla quantità di acqua persa. L’evaporazione di 1 litro di sudore dissipa circa 580 kcal di calore, che è la quantità di calore prodotta da 7-8 minuti di trotto. La massima quantità di sudore del cavallo è di 10-15litri ogni ora, pertanto una grande quantità di acqua corporea è perduta durante la prestazione atletica. Se questa non viene rimpiazzata si hanno problemi di disidratazione e di perdita di peso corporeo. In questo periodo dell’anno, proprio a causa delle elevate temperature e del grado di umidità è bene somministrare ai cavalli anche gli Elettroliti. Soprattutto nei soggetti sportivi e dopo intensa sudorazione le perdite di acqua ed elettroliti non si possono prevenire, ma vanno reintegrate.
Normalmente i cavalli bevono da 5 kg di acqua a 10 – 11 kg di acqua per 100 kg di Peso Vivo al giorno ( NRC, 2007) a seconda del momento fisiologico, del lavoro e dell’ alimento; e questo naturalmente può ulteriormente variare in base alle diverse condizioni di allenamento, ambiente e gestione (beverino o secchio).
Inoltre, particolari situazioni sanitarie, per esempio stati diarroici e febbrili, comportano aumenti dei fabbisogni idrici giornalieri.
Il parametro più indicativo per definire la qualità dell’acqua, è quello relativo alla quantità totale di solidi disciolti (TDS), pari alla somma delle concentrazioni di tutte le sostanze che si trovano disciolte nell’acqua.
Il termine salinità viene spesso usato come sinonimo.
Un valore pari a 6500 ppm è considerato il limite soglia massimo per la qualità dell’acqua destinata ai cavalli.
L’acqua destinata agli animali deve comunque essere di buona qualità, perchè in caso contrario acque non idonee possono comportare problemi sanitari e riduzioni delle prestazioni produttive (latte) e sportive.
Acque ricche di sali di calcio e magnesio vengono definite “dure”, mentre acque povere o esenti sono dette “dolci”. Questo parametro, se mantenuto entro certi limiti, non sembra avere alcun effetto su salute, performance e consumo di acqua degli animali. Acque particolarmente dure possono essere poco digeribili, provocare una diminuzione dell’assorbimento intestinale degli oligoelementi presenti nelle razioni e favorire la formazione di incrostazioni calcaree all’interno delle tabulazioni e negli orifizi degli abbeveratoi, con diminuzione della portata di questi ultimi o addirittura otturazione completa di parti della rete idrica.
Il pH e il controllo microbiologico
Normalmente il pH nell’acqua è compreso tra 6 e 9, range che può essere considerato adatto per l’acqua di bevanda. In generale acque con pH al di fuori del range 6,5-8,5 possono contribuire all’insorgenza di turbe del metabolismo e della fertilità, di diarrea, di scadente conversione dell’alimento e di minore ingestione di acqua e alimento, oltre alla precipitazione di alcuni farmaci somministrati con l’acqua, con possibilità di tempi di sospensione prolungati.
Acque particolarmente acide (pH < di 5-5,5) possono inoltre provocare problemi all’apparato urinario e digestivo, fenomeni di demineralizzazione e fragilità scheletrica.
In generale il controllo microbiologico dell’acqua di bevanda in allevamento è in grado di evitare conseguenze patologiche a carico degli animali, quali problemi gastroenterici, digestivi, respiratori, urogenitali e riproduttivi. Tra i possibili indicatori di contaminazione biologica dell’acqua vengono generalmente presi in considerazione i coliformi totali e fecali, gli streptococchi fecali e i batteri totali. In campo zootecnico un’acqua con un numero di coliformi inferiore a 50 per 100 ml può essere considerata “sicura”. Un numero di batteri totali superiore a 500 per 100 ml può indicare una scarsa qualità microbiologica e se questo numero è superiore a 1.000.000 per 100 ml l’acqua non deve essere utilizzata per l’abbeverata.
Come somministrare l’acqua
L’acqua di bevanda può essere somministrata ai cavalli attraverso due differenti sistemi: versandola direttamente in contenitori come secchi o mangiatoie oppure mediante abbeveratoi automatici.
In ogni caso il sistema di somministrazione deve rispondere ad alcuni requisiti di base: l’erogazione di acqua fresca e pulita deve essere proporzionale alle esigenze degli animali.
Dobbiamo però ricordare che i cavalli non amano bere dagli abbeveratoi, perciò è buona regola fornire acqua fresca e pulita anche con il secchio. Questo metodo, inoltre consente un controllo della assunzione. L’acqua destinata ai cavalli deve essere potabile. Sarebbe importante fare annualmente alcune analisi per vedere i livelli dei solidi solubili, dei coliformi totali e il livello di alcuni minerali.
Clarita Cavallucci
Medico Veterinario PhD
Centro di Studio del Cavallo Sportivo, Università degli studi di Perugia